Rinaturalizzare l'ambiente
Rinaturalizzare gli ambienti naturali che ci circondano.
Con forte vento, con una tempesta o un temporale alcuni angoli (sempre di più a dire il vero) del nostro territorio risultano fragili, quando non pericolosi. Una grande quercia a bordo strada ad esempio, con i suoi lunghi rami a formare una cupola, una bellissima volta. Questo elemento (ritratto in foto) è caratteristico del primo entroterra marchigiano: un albero quasi isolato, massiccio, posto al confine di un terreno, sul ciglio di una strada. Una Quercia roverella esemplare.
La sua chioma è davvero espansa, soprattutto verso il lato scoperto e più soleggiato: il lato strada.
E’ vero che in caso di maltempo può risultare davvero problematico passare lì sotto, quando tutti i rami di centinaia di chili sventolano, oscillano, e sembnra che si spezzino. E’ quasi certo che qualcosa accada in futuro, alla luce delle forti tempeste che si abbattono sulla nostra (e non solo) regione.
Per un qualche miracolo, o momentanea amnesia, i proprietari di quell’albero (di fronte alla legge per lo meno. Quell’albero in un certo senso appartiene a una collettività umana e non solo, almeno da un punto di vista simbolico) non lo hanno ancora tagliato, potato, “messo in sicurezza”. Esattamente come accade per fossi, letti fluviali, argini. L’idea è che dobbiamo ridurre la natura per salvaguardare le case, le persone, gli stabilimenti, i campi o le città.
Eppure uno dei termini più utilizzati dalla comunità scientifica, per fronteggiare gli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici, è quello di rinaturalizzare: gli alvei fluviali, i terreni marginali, le zone esondabili o le formazioni forestali. Questo significa che non dovremmo ridurre la natura, ma aumentarla.
E’ vero dunque che in caso di maltempo può risultare davvero problematico passare lì sotto. Quella volta è amica ma anche nemica. A noi l’incredibile e affascinante compito di distinguere i momenti, sfruttare i benefici e ridurre i malefici. Non tagliare la quercia, valorizzarla così com’è, goderne. Il paesaggio è un valore, la Natura lo è. Troviamo dal fondo del cassetto il nostro famoso spirito di adattamento. Scegliamo i momenti giusti, proteggiamoci, rannicchiamoci o fioriamo, non abbattiamo ciò che ci minaccia, conviviamo con gli elementi. Sopravviviamo.